martedì 28 luglio 2015

Perché l'oro si trova sulla soglia di un nuovo mercato toro...

L'attuale ipotesi di un imminente innalzamento dei tassi negli Stati Uniti, non ha aiutato la causa dell'oro. E anche l'annuncio delle riserve auree cinesi ha pesato sul sentimento, aumentate molto meno del previsto.

Come ha riportato MarketWatch.com: "Per la prima volta in sei anni la Cina ha diffuso i dati sulle proprie riserve auree, ma gli investitori dicono che l'ammontare dell'inventario reale resta ancora un mistero.

La Banca Popolare Cinese ha pubblicato le cifre relative alle sue riserve d'oro per la prima volta sin dal 2009. Le sue riserve auree ufficiali ammontavano a 53.3 milioni d'oncie, o 1,658 tonnellate, nel mese di giugno. L'ultima volta che la Cina ha segnalato le cifre ufficiali è stato nell'aprile del 2009. Allora la cifra era pari a 1,054 tonnellate, secondo Ross Norman, CEO di Sharps Pixley. L'ultimo totale è circa la metà di quello che il mercato pensava che fosse. Queste non sono questioni importanti. Ma sono state sufficienti per mandare in pezzi il supporto, cosa che ha generato maggiori vendite. Sul tema delle riserve auree della Cina, il cosiddetto numero "inferiore alle previsioni" non ha sorpreso gli osservatori più esperti, come il nostro Jim Rickards, direttore di Strategic Intelligence.

Già a maggio di quest'anno, Jim ha scritto un saggio in cui ha discusso della Cina e delle sue riserve auree. Ha detto che la Cina vuole entrare "nel club" e per farlo deve giocare secondo le regole. Le regole del gioco dicono che c'è bisogno di un sacco d'oro per giocare, ma non bisogna magnificarlo o discuterne pubblicamente. Soprattutto non si deve trattare l'oro come denaro, anche se l'oro lo è sempre stato.

I membri del club mantengono il loro oro a portata di mano per ogni evenienza, ma per il resto, lo disprezzano pubblicamente e fanno finta che non abbia alcun ruolo nel sistema monetario internazionale. La Cina sarà chiamata a fare lo stesso. È importante notare che la Cina non agirà nel miglior interesse degli investitori nell'oro; agirà nel suo miglior interesse".

È decisamente ironico che il deludente annuncio di cui è stata protagonista la Cina, potrebbe essere il catalizzatore che spedirà l'oro sempre più in basso. Ma il mercato opera in modo misterioso.

venerdì 24 luglio 2015

L'oro è...denaro!

"Conosco solo due uomini in grado di comprendere il vero valore dell'oro — un impiegato nel seminterrato della Banque de Paris e uno dei direttori della Banca d'Inghilterra. Purtroppo, non sono d'accordo." - Lord Nathan Rothschild

"Il denaro è l'oro, e nient'altro." - J.P. Morgan

"Nessuno capisce davvero il prezzo dell'oro, e neanch'io lo capisco appieno." - Ben Bernanke



Queste citazioni riassumono le perenni titubanze che assillano gli investitori quando devono decidere quale ruolo debba svolgere l'oro nei loro portfoli. Pochi capiscono come valutare l'oro e ancora meno capiscono che l'oro non è davvero un investimento, ma è denaro. Se si vuole un portfolio volto a conservare la ricchezza, il denaro è un buon punto di partenza.

Dire che l'oro non è un investimento può sembrare strano. Per illustrare questo punto, tirate fuori dai vostri portafogli una banconota da un dollaro. Considerate quel dollaro come "denaro", ma non lo considerate come un investimento.

Un investimento ha qualche elemento di rischio e di solito ha un certo rendimento sotto forma d'interessi, dividendi o rendite. Il denaro può essere trasformato in un investimento e utilizzato per comprare azioni, obbligazioni o immobili. Ma come biglietto da un dollaro, è solamente denaro; non ha rendimenti e sarà ancora un dollaro domani o l'anno prossimo.

L'oro è lo stesso. Non ha rendimento. Un'oncia d'oro oggi sarà un'oncia d'oro il prossimo anno e l'anno dopo. Non si trasformerà misteriosamente in due once. Non si arrugginisce, e non cambia forma né colore. È solo oro. Eppure è denaro.

E' vero che il valore dell'oro può cambiare se misurato in dollari. È anche vero che il valore di un dollaro può cambiare quando misurato in euro o once d'oro. Ma questi cambiamenti nel valore relativo non trasformano queste unità monetarie in investimenti; riflettono semplicemente la domanda e l'offerta per diverse forme di denaro.

Che l'oro sia denaro è un fatto che di solito viene ignorato dagli investitori. L'oro viene spesso tradato come un investimento, e si dice che vada "su" o "giù" in dollari così come lo si dice per le azioni. L'oro viene anche tradato come una merce; infatti la sede primaria dei trading per i contratti cartacei dell'oro è il Commodity Exchange, o COMEX.

In tale contesto, l'oro sale in termini di dollari durante i periodi d'inflazione e scende in termini di dollari durante i periodi di deflazione, proprio come altre materie prime, tra cui il petrolio e il rame.

lunedì 20 luglio 2015

Nonostante le difficoltà internazionali, le quotazioni oro non riescono a esplodere: quali sono le ragioni?

Gli investitori avrebbero scommesso tanto sull’incremento delle quotazioni dell’oro in relazione alla crisi della Grecia e della borsa cinese: una situazione duplice che avrebbe dovuto far volare le quotazioni dell’oro, e che invece non hanno prodotto i risultati attesi sul metallo prezioso.

Il bene rifugio per eccellenza, infatti, non ha quasi reagito alle avversità degli ultimi giorni, stazionando sui minimi dell’anno a quota 1.160 dollari per oncia. Ma per quali motivi l’andamento delle quotazioni dell’oro non sembra essere sufficientemente premiante?

Uno dei principali fattori che ha tenuto al ribasso le quotazioni dell’oro è stato certamente rappresentato dall’attesa di un rialzo dei tassi di interesse di riferimento nel mercato Usa, e dal rafforzamento del dollaro, che è storicamente correlato (inversamente) al metallo giallo. La crisi ha dunque spinto gli investitori ad acquistare il biglietto verde, che non a caso si è rafforzato fino a scendere sotto quota 1,10 contro l’euro e i Treasury, e questa sembra essere diventata l’asset class rifugio preferita in questa fase di tensione dei mercati.

Gli esperti, in un’ottica di piena diversificazione, consigliano sempre di tenere una piccola quota del proprio portafoglio in oro, anche se fino ad oggi l’esito è stato deludente.

Per quanto concerne il futuro a breve e brevissimo termine, gli analisti non prevedono grandi scossoni, mentre Barclays punta a un prezzo di 1.150 dollari per il terzo trimestre. Il driver per la ripresa delle quotazioni in oro potrebbe dunque essere rappresentato dai dati in arrivo sul consumo di metallo giallo per gioielleria, soprattutto in Cina e in India, i due mercati che trainano tale business, con la Cina che è in particolar modo divenuta il primo consumatore mondiale.

Occhi aperti dunque sull’andamento delle Borse internazionali e, in particolar modo, sul listino di Shanghai, che potrebbe far temere qualche contraccolpo sugli acquisti. Dopo il – 25% registrato dalla domanda cinese nel 2014, il primo trimestre ha fatto segnare un progresso di poco superiore all’1% negli acquisti di oro per gioielleria e questo trend dovrebbe proseguire anche per il resto dell’anno. Per metà agosto si attendono inoltre i dati indiani relativi ai consumi nel secondo trimestre.

mercoledì 15 luglio 2015

La Cina prevede di fissare il prezzo dell'oro in Yuan!

Data la crescente importanza della Cina, sia come potenza economica che, nel mercato globale dell’oro, il Paese del Dragone ritiene suo diritto iniziare a influenzare i prezzi del mercato del metallo prezioso, determinandone direttamente le quotazioni in Renminbi.



Infatti come previsto tempo fa, la Cina punta a determinare il prezzo dell’oro in Yuan.
Shen Gang, Vice Presidente dello SGE, ha dichiarato giovedi 25 giugno al Bullion Market Forum della LBNA che “prevediamo l’introduzione di un fixing dell’oro in Renminbi, forse entro la fine del 2015”.

Shen non ha fornito ulteriori dettagli, ma fonti vicine allo SGE riferiscono che la Banca Centrale Cinese vorrebbe approvare la proposta del Vice Presidente dello SGE.

Siamo solo all’inizio di un processo che prevede tempi lunghi, che potrebbero però anche restringersi. Infatti se il fixing dell’oro in Renmimbi entrerà in vigore a fine anno, la Cina, potrebbe forzare gli acquirenti interni (e magari anche quelli stranieri) ad acquistare oro pagandolo direttamente in Yuan, rendendo il “fixing” di Londra meno rilevante. Il successo dell’iniziativa dello SGE dipenderà soprattutto dal coinvolgimento nel progetto di grandi istituzioni finanziarie mondiali, stiamo a vedere.

La volontà di determinare le quotazioni dell’oro in Yuan deve essere interpretato come un primo, grande tentativo dello SGE di incrementare la sua influenza nel mercato mondiale dell’oro.

venerdì 10 luglio 2015

Il mese migliore per investire in oro? È senza dubbio...

Come abbiamo visto di recente, le quotazioni del metallo giallo calano nel mese di giugno: il sesto mese dell’anno risulta essere il più vantaggioso per chi intenda accumulare oro durante le fasi cicliche ribassiste.



Il mese di giugno e le prime due decadi di luglio risultano essere periodi ribassisti nel 93% dei casi in più di 30 anni di rilevazioni delle quotazioni dell’oro: dall’ultima decade di luglio fino al termine dell’estate, invece, le quotazioni dell’oro tendono a risollevarsi.

Secondo uno studio di Bank Of America Merrill Lynch, che ha preso in considerazione le quotazioni dell’oro dal 2001 al 2014 nel periodo compreso tra la seconda metà dell’estate e metà autunno, il metallo giallo ha guadagnato una media del 14,9% rispetto alla fine della primavera.

Giugno e luglio, quindi, sono i mesi più vantaggiosi per acquistare oro.

martedì 7 luglio 2015

La Grecia ha fatto bene all'oro...

A quanto pare le incertezze presenti sul fronte greco hanno avuto un lato positivo per qualcuno, ovvero per "Sua Maestà l'oro".
Stando ai dati citati da Carlo Vallotto, Analista tecnico finanziario ed esperto nel settore delle commodities, "la domanda di metallo fisico che comprende monete d'oro e lingotti, è aumentata notevolmente in questi ultimi mesi".

Come si è comportato l’oro durante tutta questa lunga “tragedia greca”? Il prezzo dell'oro si è comportato in maniera molto diversa da quanto si è potuto osservare negli altri mercati, dove la volatilità è stata molto elevata. 

Infatti il metallo giallo si è mostrato in tutta la sua poderosa bellezza, rimanendo in un trading range molto significativo. Quando le quotazioni rimangono all'interno di una fascia di prezzi ben definita, significa semplicemente che non c'è trend. E ancora più semplicemente, se non c’è trend significa che tra gli operatori l’incertezza regna sovrana. Sul tavolo infatti c'è la questione della Grecia, che non si riduce ad un solo pagare o meno il pesante debito che ha sulle spalle, ma per esteso, la sopravvivenza della stessa Comunità Europea

Inoltre la domanda di metallo fisico che comprende monete d'oro e lingotti, è aumentata notevolmente in questi ultimi mesi secondo i dati Bloomberg. Segno che l'oro non ha perso il suo appeal di bene rifugio. La Zecca Reale Britannica ad esempio, ha comunicato che la domanda greca di monete d’oro in giugno è stata più del doppio della media degli ultimi cinque mesi e la zecca degli Stati Uniti ha visto le più alte vendite di monete d'oro da inizio anno. Inoltre Bloomberg riporta che molti acquirenti vogliono conservare il loro oro al di fuori della zona euro, citando la Svizzera come esempio.

venerdì 3 luglio 2015

Oro in consolidamento nonostante la volatilità sui mercati

Il metallo prezioso continua a vivere una fase di consolidamento nonostante l’evidente volatilità in atto sui mercati finanziari.


Infatti la domanda da parte delle banche centrali resta robusta, e secondo i dati del FMI, a maggio le riserve auree di Russia e Kazakistan sono aumentate rispettivamente di 4,3 e 2,6 tonnellate.

Complessivamente, con alle spalle il forte ribasso vissuto nel corso del 2014 e il minimo di marzo in area 1.400, la volatilità sui mercati finanziari sembra aver favorito il consolidamento del comparto nell’intervallo 1.450 – 1.500. 


Intanto, prosegue la pausa valutativa della Federal Reserve, e non cambia il quadro di riferimento, con l’avvio del percorso di rialzo dei tassi americani – che appare certo entro il 2015 – e il valore del piano di acquisto di titoli dell’Eurozona (lo scorso 9 marzo) che stanno gradualmente modificando le aspettative sull’inflazione.

La lentezza sopra citata non permette però un recupero più solido dei prezzi dei metalli preziosi, e sul fronte geopolitico il resto è compiuto dalle note turbolenze che sono legate al prezzo del petrolio, dal problema della Grecia e dalle tensioni in Nord Africa e in Medio Oriente, che non hanno spinto l’avversione al rischio né favorito la ricerca di asset difensivi.

Sulla base di quanto sopra, risulta essere più chiaro comprendere perché il comparto dei metalli preziosi abbia registrato solamente un lieve recupero, limitando quindi il rialzo delle singole componenti.