martedì 31 marzo 2015

Ecco chi detiene più oro, Italia terza al mondo

Con il nuovo millennio sembrava che l'oro fosse passato di moda come asset rifugio delle banche centrali.


Tra gennaio del 2000 e marzo del 2009, le banche centrali hanno difatti ridotto le loro riserve auree di più di 114 milioni di once troy. Da allora, probabilmente anche per via del rimbalzo dei prezzi del metallo prezioso e della crisi finanziaria, le banche hanno costantemente aumentato le loro riserve dell'asset sicuro.

I dati sono quelli pubblicati mensilmente dal Fondo Monetario Internazionale sul suo sito. Le ultime cifre risalgono a un mese fa, fine febbraio. L'Italia è terza dietro a Germania e Stati Uniti, che staccano tutti con 261,5 milioni di once troy, unità di misura britannica. La Francia chiude la top 4, che detiene più del 50% di tutte le riserve mondiali di oro al mondo.

Tuttavia a determinare il clamoroso ritorno in auge delle riserve auree non sono stati i paesi industrializzati sopra citati bensì le nazioni in via di Sviluppo. A Russia, India, Turchia, per esempio, si deve il 60% della variazione positiva mondiale dalla crisi di 6 anni fa al mese scorso.

venerdì 27 marzo 2015

Il prezzo dell'oro allunga e chiude sopra 1.200 dollari

Il prezzo dell'oro ha chiuso la giornata di ieri 26 marzo, per la settima seduta di fila in rialzo. Il future con scadenza aprile ha guadagnato al Comex lo 0,7% a $1.204,80 l'oncia.


L’Arabia Saudita ha lanciato un’operazione militare in Yemen per fermare i ribelli sciiti. L'Iran ha condannato l'attacco di Riad.

Il forte aumento della tensione nel Medio Oriente ha spinto molti investitori a ridurre la loro esposizione al rischio e ad acquistare oro, il bene rifugio per eccellenza.

Il metallo giallo ha inoltre continuato a beneficiare dell'indebolimento del dollaro . Il Dollar Index ha toccato un minimo a 96,17 punti, da 96,93 punti di ieri. Un dollaro più debole è un fattore positivo per le materie prime denominate in dollari, come l'oro, perchè le rende meno care per chi possiede altre divise.

martedì 24 marzo 2015

Instabilità finanziaria e crescita domanda: sarà boom per l'oro

Non è escluso un balzo superiore ai 3.000 dollari, il doppio dei livelli attuali.




Il prezzo dell’oro è destinato a raggiungere 2.400 dollari l’oncia entro il 2030 per effetto della domanda asiatica che, nello stesso periodo, è destinata a raddoppiare. Sono le stime diffuse dagli analisti di ANZ (Australia & New Zealand Banking Group Ltd) secondo cui la domanda da parte degli investitori retail e istituzionali asiatici balzerà fino a 5.000 tonnellate l'anno entro il 2030, dalle 2.500 tonnellate attuali.

La banca ha un obiettivo a breve termine di 1,100 dollari; a suo avviso, i prezzi continueranno a salire almeno fino al 2030. Secondo i calcoli degli esperti, i prezzi balzeranno oltre i 2.000 dollari l'oncia entro il 2025 per poi raggiungere i 2.400 dollari entro il 2030. A trainare i prezzi, la crescita della ricchezza in Asia, l'incremento stimato degli investimenti da parte dei fondi, ma anche l’aumento delle riserve presso le banche centrali dei mercati emergenti.

Questa, tra l'altro, è la visione più cauta. Il passaggio della Cina verso un'economia più aperta e l'instabilità finanziaria mondiale potrebbero portare - sempre secondo gli esperti - i prezzi del metallo prezioso fino a 3.230 dollari l'oncia.

venerdì 20 marzo 2015

Oro, al via il nuovo fixing

Le operazioni saranno gestite dall’Intercontinental Exchange (Ice) a partire da oggi – Il meccanismo elettronico si propone di essere più trasparente e difficile da manipolare.


Partirà ufficialmente oggi, il nuovo meccanismo con cui l’Intercontinental Exchange stabilirà elettronicamente i prezzi dell’oro, sostituendo definitivamente le operazioni londinesi di fixing, che per quasi un secolo avevano svolto il ruolo di punto di riferimento per il mercato mondiale dell’oro fisico.
Dal 1919 la quotazione dell’oro bullion (in verghe o lingotti) era fissata due volte al giorno da una manciata di rappresentanti di banche attive sul mercato dell’oro, con una sorta di rituale che ormai ha fatto il suo tempo (e anche qualche scandalo). Il primo fixing, avvenuto il 12 settembre 1919, era stato di 4 sterline, 18 scellini e 9 pence per un’oncia (pari a 31,104 grammi), come ricorda un servizio dell’agenzia Reuters.

L’ultimo, ieri pomeriggio, era di 1166 dollari per oncia (per la cronaca, in calo del 2,8% rispetto alla fine del 2014, ma con l’evidente scusante del rafforzamento del biglietto verde, che nello stesso periodo ha recuperato il 12% rispetto all’euro).

Il nuovo meccanismo, che si propone di essere più trasparente e più difficile da manipolare artificiosamente, sarà pilotato da sei istituzioni, tra cui le quattro che fino a ieri avevano fissato i prezzi, cioè Barclays, Hsbc, Bank of Nova Scotia e Société Générale. Tutto avverrà ancora sotto l’egida della London Bullion Market Association, ma con le competenze e la sorveglianza dell’Ice, la borsa di Atlanta che gestisce da tempo, tra l’altro, anche la borsa londinese del petrolio Brent.

martedì 17 marzo 2015

Perché investire in oro?

L’oro è uno metallo prezioso la cui quotazione ufficiale avviene al London Gold Fixing, è considerato il bene rifugio per eccellenza, al quale si ricorre per:
  1. Investire il proprio denaro per generare un guadagno; 
  2. Cautelarsi dal rischio di inflazione e preservare il capitale da perdita di valore; 
  3. Generare profitti dalla speculazione. 
Nei primi due casi, l’oro rappresenta un valido strumento per impiegare liquidità in eccesso.

Cosa s’intende per bene rifugio?Un bene rifugio è uno strumento idoneo a preservare il capitale dalla svalutazione monetaria. Ogni moneta svaluta perché perde potere di acquisto a causa dell’inflazione.
Chi possiede liquidità in eccesso teme l’inflazione e i rischi ad essa connessi. In tempi normali l’inflazione si mantiene bassa e la perdita di valore per piccole somme è sostenibile (anche se ovviamente è sempre opportuno preservare i propri capitali impiegandoli per recuperare quantomeno la stessa inflazione). Durante periodi di forte turbolenza, come scompensi economici e monetari, crisi finanziarie o guerre, l’inflazione può esplodere e raggiungere tassi spropositati. In questi contesti il capitale monetario svaluta rapidamente, la carta moneta diventa carta straccia, perde qualsiasi funzione originaria, non funge più da accumulo di valore.

Per ovviare a questo problema, si vende valuta nazionale per acquistare altri beni o valute storicamente forti. Si acquistano beni rifugio, cioè beni che mantengono il prezzo e non perdono di valore, ma anzi, in genere si apprezzano con il passare degli anni e proprio durante i periodi di difficoltà. L’oro è il bene rifugio per eccellenza, ecco perché durante periodi di difficoltà la sua domanda cresce, quindi ne cresce anche il prezzo, che poi normalmente rimane elevato.

Ma perché l’oro mantiene il prezzo?
Perché l’oro è un bene scarso, cioè un metallo che in natura è presente in piccole quantità. Non può essere riprodotto, quindi bisogna necessariamente estrarlo dalle miniere. Queste difficoltà, i costi di estrazione e la domanda superiore all’offerta ne determinano il suo prezzo.

Questo spiega anche perché, oltre ad utilizzare l’oro come strumento per preservare il capitale dalla perdita di valore, molti risparmiatori ed investitori scelgono di investire il proprio denaro in oro per generare reddito.

Il terzo motivo per cui si investe in oro è per generare un profitto dai cambiamenti di prezzo di breve periodo. Ad esempio, si acquista ad un prezzo, si attende un rialzo e si rivende ad un prezzo maggiore. In quest’ultimo caso si parla di speculazione.

venerdì 13 marzo 2015

Investire in oro...

Investire in oro non è più soltanto per gli investitori istituzionali o le banche centrali. Ormai anche i privati scelgono di investire in oro per speculare sul prezzo, o per proteggere dall'inflazione i propri risparmi.


Quale è il modo migliore per investire in oro? Immettendo la chiave di ricerca investire in oro su Google, i risultati rimandano a una moltitudine di risultati diversi. Alcuni risultati rimandano a tipologie di investimenti in oro quali futures o ETC. La maggior parte di chi è interessato a investire in oro per proteggere il proprio capitale, sceglie però di investire in oro fisico, soprattutto sotto forma di lingotti.

I lingotti d'oro non sono tutti uguali, possono essere di diverse dimensioni e peso; oggigiorno esistono più di trenta tipi di lingotti d'oro che circolano nei mercati locali di tutto il mondo. Si va dai lingotti da un grammo, in genere acquistati per essere regalati, ai lingotti Good delivery da 400 once troy (circa 12,4 Kg) che sono i lingotti da investimento per antonomasia, e sono quelli scambiati nel mercato professionale dell’oro di Londra.

Le raffinerie più importanti creano anche una quantità abbastanza importante di lingotti da un'oncia. Così come i lingotti d'oro da un chilo, anche questi lingotti di formato ridotto sono venduti come la via più semplice per un investitore privato che desidera investire in oro.

Comprare lingotti d'oro è quasi sempre più conveniente che comprare lo stesso peso in monete. Più è grande il lingotto, più sarà relativamente conveniente.

martedì 10 marzo 2015

Cosa spinge gli investitori privati a possedere oro...

Da più di 3.000 anni l'oro viene usato come mezzo volto a preservare la ricchezza. Perchè? La risposta risiede sia nelle caratteristiche intrinseche dell'oro che nella sua rarità.


L'oro è sei volte più raro del platino e addirittura diciotto volte più dell'argento. Le sue caratteristiche ne fanno un metallo quasi impossibile da distruggere. Date le proprietà fisiche che lo contraddistinguono, l'oro non viene influenzato dalle reazioni generate dall' ossigeno e dal solfuro di idrogeno. Come conseguenza non può arrugginirsi, ossidarsi o decomporsi.

Oggigiorno l'oro sta diventando sempre più difficile da trovare, e di conseguenza da estrarre. Infatti dopo 30 secoli di estrazione, nuovi giacimenti diventano sempre più difficili da scoprire.
Il Sud Africa, la nazione più importante al mondo per produzione, ha visto il suo quantitativo di estrazione più che dimezzarsi nell'ultimo decennio.

La maggior parte degli investitori privati vedono l'oro come un' assicurazione contro le deficitarie politiche monetarie inerenti all'amministrazione del denaro operato dalle banche centrali ed inoltre, come mezzo di difesa contro le ingenti spese di governo e l'instabilità finanziaria. L'oro tende ad attirare gli investitori quando i guadagni reali derivanti dal denaro contante e dai titoli obbligazionari sono negativi ed in diminuzione, a prescindere dall' incremento o meno dei tassi di interesse nominali.

giovedì 5 marzo 2015

Perchè l'Eurozona continua ad acquistare oro?

La Bce continua a reputare il metallo un asset monetario decisamente importante. La spiegazione di Mario Draghi.



Nel mese di gennaio, l'Eurozona ha aumentato le sue riserve di oro di 7,437 tonnellate a 10.791,885 tonnellate. E' quanto risulta dai dati diffusi dal Fondo Monetario Internazionale. Certo, l'ammontare detenuto è contenuto, sia in termini di tonnellate che percentuali, soprattutto se viene paragonato al QE recentemente lanciato dalla Bce, del valore di 1 trilione di euro.

Tuttavia, l'aumento delle riserve di oro dell'Eurozona mostra come la Bce continui a reputare l'oro un asset monetario decisamente importante. Lo stesso Mario Draghi, nell'ottobre del 2013, definì l'oro una "riserva di sicurezza" che "dà una protezione di valore contro le fluttuazioni verso il dollaro". In quell'occasione, parlando nel corso di un forum presso la Kennedy School of Government di Harvard, Draghi disse che ci sono "diverse ragioni" per detenere l'oro, inclusa la "diversificazione del rischio". Secondo Goldcore, molto probabilmente l'Eurotower vuole accumulare riserve di oro per aumentare la fiducia nei confronti della moneta unica, al centro di diverse polemiche da anni.

Dai dati del Fondo risulta che la Russia, quinto possessore di oro al mondo, ha venduto una quantità molto bassa di oro a gennaio, per la prima volta dal mese di marzo dello scorso anno, abbassando le sue riserve a 1.207,7 tonnellate da 1.208,2 tonnellate, e ponendo fine a una fase di acquisti durata nove mesi consecutivi. Prima della pausa dello scorso mese, la Russia aveva di fatto acquistato almeno 18 tonnellate al mese a partire da settembre e più che triplicando le sue riserve dal 2005.

In generale, le banche centrali si confermano tra i maggiori acquirenti di oro.

Le banche hanno aumentato le loro riserve di oro nel corso degli ultimi cinque anni, dopo aver venduto oro per ben venti anni a partire dalla fine degli anni '80. Sono state acquirenti nette nel 2014 e dovrebbero esserlo ancora nel 2015.