mercoledì 5 agosto 2015

Decresce l'attività estrattiva di oro negli Usa...

L’attività di produzione/estrazione di oro fisico negli USA (il quarto Paese al mondo per attività estrattiva) è in calo negli ultimi dieci anni.



Il 2014 è stato disastroso ma, secondo i dati relativi al primo trimestre 2015, quest’anno potrebbe rivelarsi un flop ancora peggiore.

Questo calo è principalmente causato dalla bancarotta della Allied Nevada, una tra le maggiori compagnie aurifere statunitensi, ha dichiarato bancarotta e non sarà in grado di estrarre ulteriore oro fisico dalle miniere USA.

Le proiezioni geologiche estrattive ci indicano che 2014 e 2015 dovrebbero essere gli anni del picco estrattivo dell’oro: nelle prossime decadi, infatti, dovremmo assistere a un sempre più marcato calo del ritmo di estrazione, ciò significa che di oro nuovo ne avremo sempre meno.

La conclusione? Gli anni che stiamo vivendo potrebbero rappresentare l’ultima grande occasione per acquistare oro fisico da investimento a buon mercato.

Oro fisico da investimento...

La forma originaria degli investimenti auriferi è la possessione d’oro fisico. Questo aspetto è alla base per altri tipi di investimenti legati ai prodotti auriferi. L’oro fisico può essere caratterizzato secondo criteri legati al peso, alla purezza ed alla forma.


Nei Paesi occidentali il peso dei metalli preziosi e dell’oro fisico viene misurato tradizionalmente in once troy1 oncia troy equivale a circa 31,1 grammi.


La purezza dell’oro fisico può essere misurata in carati. In altri casi, le tracce d’oro vengono misurate in millesime parti. Per esempio, 999 ori stanno per prodotti che contengono il 99,9% d’oro. I prodotti auriferi che contengono 24 carati hanno una purezza del 99,9% e vengono definiti oro puro. I prodotti con 18 carati dispongono di 18 parti d’oro e di altre 6 parti provenienti da altri materiali. In tutto ci sono, dunque, 24 parti.

L’oro fisico che rispecchia determinati criteri, per esempio in termini di purezza, può essere definito come oro d’investimento. Tale classificazione può impattare sulle tassazioni. Nell’Unione Europea, l’oro d’investimento sototo forma di monete deve avere un tasso di purezza pari almeno a 900, ovvero al 90%, mentre invece l’oro d’investimento sotto forma di lingotti richiede almeno un tasso di purezza di 995, ovvero del 99,5%.

Gli investitori possono acquistare oro fisico direttamente oppure possono comprare titoli garantiti con oro. L’oro fisico può essere acquisito sotto forma di gioielli, monete d’oro, parti d’oro ornamentali oppure investimenti auriferi. Nel caso delle prime due categorie sopraelencate, il prezzo dei prodotti non dipende solo dal contenuto in oro, ma anche da altri fattori, quali per esempio rarità, dispendi legati alla produzione e valore estetico.

Per gli investitori tipici, i lingotti d’oro o l’oro sotto forma d’investimento dovrebbero essere la prima scelta nel caso in cui pianificassero di intraprendere un investimento finanziario in oro. Infatti, il prezzo dei lingotti è più vicino al prezzo del contenuto aurifero e gli investitori non devono preoccuparsi circa il valore estetico o di collezione. I tariffari dei lingotti e quelli riguardanti la purezza aurifera nel mercato mondiale vengono pubblicati, e sono utili al fine di calcolarne il valore. Oltretutto, il mercato dei lingotti è molto liquido. Questo significa che si possono comprare e vendere possedimenti auriferi a prezzi vicini a quelli di mercato.

Investire in oro conviene?

Abbiamo discusso più di una volta del perché il bene di rifugio numero uno degli investitori, l'Oro, stia scendendo e non abbia più appeal viste le turbolenze attuali.

Mentre la maggior parte dell'incertezza che circonda la Grecia, e tutta la zona Euro, sembrano volgere al termine, l'oro è sceso ad un minimo di cinque anni il 20 luglio. Ci sono diversi fattori responsabili di questo forte calo. I prezzi dell'oro, infatti, sono influenzati da una serie di variabili, quali: inflazione negli Stati Uniti, dollaro Americano, domanda d'oro cinese, riserve auree cinesi. 

Dobbiamo anche considerare l'impatto dei dati macro sui prezzi in dollari sull'Oro. Queste sono le considerazioni più importanti, la Fed deve decidere la tempistica degli aumenti dei tassi di interesse e cosa più importante il progresso della domanda e della riserva aurea cinese, gli importatori numero uno al mondo.
Se è record per il prezzo più basso registrato dell'oro (-43% rispetto al 2011) , ancora più bassi sono i prezzi dei titoli auriferi, che in qualche caso sono scesi quasi il doppio rispetto a quelli dell'oro.

In una situazione in cui il prezzo dell'oro ha toccato il minimo storico e il prezzo dei titoli auriferi è diminuito, conviene investire risparmi nell'oro?

Secondo gli analisti di Bloomberg, è l'ora di comprare l'oro proprio in virtù di questi prezzi molto bassi. 
L'oro può rivelarsi l'investimento giusto, in un periodo storico in cui passata l'incertezza della Grecia (e quindi dell'intera Europa) i mercati finanziari potrebbero iniziare a preoccuparsi delle Banche cinesi.

Il calo dei prezzi, infatti, dovrebbe stimolare la domanda da parte della clientela privata. Soprattutto quella di India e Cina che, insieme, rappresentano la metà del consumo mondiale di oro. “I prossimi mesi saranno importanti per il mercato aurifero. L’11 novembre ci sarà il Diwali (la Festa delle luci in India, Ndr). Poi arriverà il Capodanno cinese. Sono due eventi che di solito fanno impennare gli acquisti di oggetti preziosi da regalare”, spiega uno studio di Frank Holmes, responsabile degli investimenti di US Global Investors. “Non a caso tutti gli anni, a partire da settembre, si registra un’ascesa dei prezzi dell’oro”.

Aperta una finestra storica per l'acquisto di oro fisico

Nell'ultimo periodo le quotazioni dell' oro sono state in netto calo: il metallo giallo si è arenato sui minimi da circa 10 anni; l’attività speculativa ribassista al Comex di New York ha registrato picchi che non si vedevano da anni.


La Commodity Futures Trading Commission, l’ente che regola l’attività dei mercati a termine in USA, rilascia settimanalmente un rapporto denominato “Commitment of Traders”. Si tratta di un rapporto che mostra le posizioni contrattuali principali che stanno prendendo 20 o più operatori principali (speculatori ed “hedgers”) sul mercato a termine delle materie prime.

Alla data del 07/07/2015 gli operatori dei mercati a termine hanno aperto ben 108.411 contratti per vendita a termine di oro fisico (short positions); le posizioni “corte”, cioè quelle di vendita, erano ben il 48% di tutti i contratti a termine aperti.

Per fare un confronto: il 6 settembre 2011, mentre le quotazioni dell’oro giungevano quasi ai massimi storici ($1.895,00), i contratti speculativi in vendita a termine erano solo 4.980 (il 2,4% di tutti i contratti aperti) contro 202.824 contratti speculativi in acquisto a termine.

E' una situazione che, razionalmente e a livello logico, appare inspiegabile. Mentre si sgonfia la bolla speculativa azionaria in Cina, il Governo Greco accetta ulteriori misure di austerity che provocheranno un inasprimento della recessione e l’esplosione del debito pubblico, privato e con l’estero, Ucraina, Argentina, Venezuela, PortoRico sono sull’orlo del default o dell’iperinflazione, l’incertezza geopolitica (Ucraina e Russia, Siria, Egitto, Tunisia, Libia, Yemen, Turchia, ...) è alle stelle e gli speculatori puntano su un ribasso delle quotazioni di oro.

Per quale motivo le banche e gli speculatori che dominano il mercato al Comex, hanno assunto, in questo momento storico, un numero così elevato di contratti di vendita a termine di oro fisico?

lunedì 3 agosto 2015

Quando i conti non tornano: il mistero dell'oro mancante cinese...

La tempesta perfetta sembra essersi abbattuta sul settore delle commodities, preannunciata da tuoni tipicamente estivi che, per alcune delle materie prime duravano però da tempo.


L’oro, ormai in calo da tempo, all’interno del variegato mondo delle altre commodities il cui superciclo, vero o presunto che fosse, si è arenato sui minimi da circa 10 anni. A spaventare sono stati i dati arrivati dalla Cina ovvero quelle riserve auree al di sotto di quasi la metà rispetto a quanto ci si attendeva da una superpotenza mondiale che ha fama di voler investire nel metallo giallo. Le 1.658 tonnellate di oro di Pechino, contro le circa 3000 attese, però, suonano ancora un po’ strane, ancora di più se si pensa che guardando alla classifica delle riserve aurifere dei vari paesi, Pechino sta dietro Roma. E non tanto per i numeri che sono troppo inferiori rispetto alle attese (cosa già di per sè sospetta) bensì per le modalità che le hanno create. 

Il segretario generale della Associazione dell’Oro Cinese, Zhang Bignan, ha recentemente dichiarato riserve auree per circa 9.800 tonnellate. Eppure le esportazioni sono al minimo.

Diverse sono le spiegazioni plausibili, che vanno dal possesso di oro in mano ai privati fino a quello custodito nelle varie banche cinesi. Pechino, per tradizione, ha un complesso sistema di credito e tra le varie istituzioni sono da annoverare le banche statali cinesi come la Banca Cinese per l’Agricoltura, quella per le Costruzioni, per lo Sviluppo e per l’Industria, solo per citare le più importanti all’interno di un sistema burocratico altrettanto complesso ed elefantiaco.

Senza contare il Fondo cinese che si occupa del commercio estero. Insomma la presenza “ufficiale” dell’oro sul territorio del Celeste Impero potrebbe essere molto più ampia di quanto dichiarato e per più di un motivo: l’oro all’interno dei confini nazionali può sempre essere un’ottima assicurazione in caso di mercati volatili come quelli attuali e ancora di più se disponibili immediatamente. 


Inoltre non c’è da dimenticare che la Cina ha da tempo creato la Banca Asiatica di Investimento per le Infrastrutture (AIIB) il cui scopo principale potrebbe essere quello di fare diretta concorrenza alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale, di fatto in mano agli Usa i quali, nell’organizzazione di Christine Lagarde, hanno un potere decisionale pari al 16% del peso tra le nazioni. 

Non solo, ma una prospettiva creata dall’AIIB sarebbe quella di puntare i fari sull’Asia ma anche sui paesi emergenti in generale. In questo caso una riserva aurea per potenziarne il peso in ambito internazionale fa sempre comodo.