Dal 1919 la quotazione dell’oro bullion (in verghe o lingotti) era fissata due volte al giorno da una manciata di rappresentanti di banche attive sul mercato dell’oro, con una sorta di rituale che ormai ha fatto il suo tempo (e anche qualche scandalo). Il primo fixing, avvenuto il 12 settembre 1919, era stato di 4 sterline, 18 scellini e 9 pence per un’oncia (pari a 31,104 grammi), come ricorda un servizio dell’agenzia Reuters.
L’ultimo, ieri pomeriggio, era di 1166 dollari per oncia (per la cronaca, in calo del 2,8% rispetto alla fine del 2014, ma con l’evidente scusante del rafforzamento del biglietto verde, che nello stesso periodo ha recuperato il 12% rispetto all’euro).
Il nuovo meccanismo, che si propone di essere più trasparente e più difficile da manipolare artificiosamente, sarà pilotato da sei istituzioni, tra cui le quattro che fino a ieri avevano fissato i prezzi, cioè Barclays, Hsbc, Bank of Nova Scotia e Société Générale. Tutto avverrà ancora sotto l’egida della London Bullion Market Association, ma con le competenze e la sorveglianza dell’Ice, la borsa di Atlanta che gestisce da tempo, tra l’altro, anche la borsa londinese del petrolio Brent.
L’ultimo, ieri pomeriggio, era di 1166 dollari per oncia (per la cronaca, in calo del 2,8% rispetto alla fine del 2014, ma con l’evidente scusante del rafforzamento del biglietto verde, che nello stesso periodo ha recuperato il 12% rispetto all’euro).
Il nuovo meccanismo, che si propone di essere più trasparente e più difficile da manipolare artificiosamente, sarà pilotato da sei istituzioni, tra cui le quattro che fino a ieri avevano fissato i prezzi, cioè Barclays, Hsbc, Bank of Nova Scotia e Société Générale. Tutto avverrà ancora sotto l’egida della London Bullion Market Association, ma con le competenze e la sorveglianza dell’Ice, la borsa di Atlanta che gestisce da tempo, tra l’altro, anche la borsa londinese del petrolio Brent.
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