L’oro ha subito un’impennata dell’1,01%, dopo i verbali del vertice di politica monetaria di settembre della Fed da cui è emerso che molti policymaker temono che i recenti sviluppi economici e finanziari globali abbiano fatto aumentare i rischi ribassisti per l’economia USA.
I verbali hanno alimentato le speculazioni che la Fed possa lasciare i tassi invariati fino al 2016 dopo il report deludente sull’occupazione USA pubblicato all’inizio del mese che ha convinto gli investitori a rinviare le aspettative sulla tempistica dell’aumento dei tassi.
Un eventuale rinvio dell’aumento dei tassi di interesse sosterrebbe l’oro, dal momento che si ridurrebbero i costi di gestione del metallo, che non offre agli investitori un ritorno assicurato.
Un dollaro debole ha dato un ulteriore supporto ai prezzi. Il biglietto verde è crollato al minimo di tre settimane per via della riduzione delle aspettative di un aumento dei tassi entro la fine dell’anno.
Negli ultimi mesi, la tempistica dell’aumento dei tassi da parte della Fed è stata un costante oggetto di discussione sui mercati.
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